Ancor prima di essere ufficializzata, la nomina della nuova giunta è già oggetto di polemiche. L'associazione Agorà Terlizzi, con propria nota, ha voluto stigmatizzare il criterio di scelta degli assessori ribadendo la propria contrarietà all'utilizzo del "peso politico" nella definizione degli incarichi.
Di seguito la nota dell'associazione che ha partecipato alla competizione elettorale con propri iscritti candidati nella lista del Partito Democratico.
«Nel fare gli auguri al sindaco e a tutti i consiglieri comunali risultati vincitori dalle consultazioni elettorali, riteniamo sia nostro dovere produrre un contributo di analisi, certi di rendere un servizio al libero pensiero dei cittadini terlizzesi. Una bella vittoria, netta, al primo turno: poteva essere l’affermazione della bella politica e della buona amministrazione sugli intrighi di palazzo. Col 74% dei consensi il Sindaco poteva dare una svolta al torpore di questi ultimi 10 anni, regalare alla città una giunta di assessori competenti e meritevoli, condivisa da tutti i partiti che compongono la coalizione.
Abbiamo appreso che il criterio di assegnazione degli assessorati è “il peso elettorale” e quindi col bilancino, in queste ultime ore si è cercato di applicare il “Manuale Cencelli”. La competenza non è un criterio all’ordine del giorno. Sempre in queste ore apprendiamo da Facebook che la giunta è già definita.
In queste tre settimane post voto il partito architrave della coalizione di Centrosinistra, il Partito Democratico non ha dato segnali politici: solo riunioni private, nessuna convocazione, neanche un’Assemblea per ringraziare i 10 candidati che, pur non riuscendo vincitori, hanno contribuito con lealtà ed entusiasmo all’ottimo risultato (4325 voti). È sconcertante osservare la politica terlizzese governata da due o tre centri di potere: una oligarchia che si appresta a governare la città.
Speriamo di essere smentiti dai fatti. Noi rimarremo sempre fedeli ai valori del confronto e della condivisione, liberi e senza padroni, in ascolto della nostra coscienza democratica».