Cronaca

Rispondere alla criminalità partendo dai terlizzesi

Vincenzo CIfarelli
Vincenzo CIfarelli
Alcuni ultimi fatti di cronaca richiedono una sinergia tra forze dell'ordine e cittadini
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Alcuni ultimi fatti di cronaca, come il ritrovamento nell’agro terlizzese o in alcuni paesi limitrofi di alcune macchine utilitarie (Fiat Uno, Fiat Punto, Fiat Panda, Y10, resitutite ai proprietari) di cui era stata denunciata la scomparsa, insieme anche alle sentenze relative all’operazione antidroga "doppio impatto", hanno riportato a galla la questione della rendita criminale a Terlizzi.
rnLa prima importante, e forse la più grave ‘voce di bilancio’, è il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’; capita che venga rubata un auto, a volte per “farsi un giro”, spesso col chiaro intento di restituirle di comune accordo dietro il pagamento di un riscatto; sempre spesso con una dinamica consolidata: il proprietario della macchina rubata si rivolge al comando dei carabinieri per denunciarne il furto, pronto ad affrontare a viso aperto e a spada tratta i ladri, augurandosi addirittura di beccarli di persona per poi, miracolosamente, due giorni dopo, contattare il comando per annunciare il ritrovamento fortuito della macchina rubata.
rnLa gravità di una pratica comune come questa è che testimonia una vera e propria cultura radicata di un clima omertoso che tutela il sistema del timore attraverso ulteriore timore, quello di rischiare di essere scoperti o ancor di più essere giudicati, tacciati di ‘essere infami’ da parte di qualcuno che alla fine si conosce, e fa ancora male ricordare chi, una decina di anni fa, ha perso una giovane vita per questo tragico sistema.
rnAltra voce di rendita, quella “grossa” dal punto di vista economico, gli stupefacenti, dove ad oggi i carabinieri sono riusciti a fare una serie di segnalazioni amministrative ma non di più: vengono cioè fermati “consumatori” perchè si tende a giudicare l’assembramento di giovani come zona di spaccio; naturalmente non è affatto così e anche per quanto riguarda questa voce di bilancio spesso le voci di paese denunciano di conoscere i responsabili del commercio di droga a Terlizzi ma queste voci non si traducono mai in denunce e nomi precisi presso le autorità.
rnLo spaccio è fatto di compartimenti stagni, figli di un’organizzazione piramidale, dove chi sta in basso non sa cosa fa chi sta in alto e perciò in tutto questo spesso, per raggiungere l’apice della piramide, è importante la collaborazione di “chi sa”, anche un genitore che 8volte su 10 conosce le abitudini del figlio ed è il timore del giudizio altrui a bloccare un intervento che così finisce per macchiare la propria reputazione.
rnEd è importante ricordare che c’è la tutela dell’anonimato, fino davanti ad un giudice anche quando una segnalazione si tramuti in un intervento che porti a degli arresti e ad un conseguente processo.
rnI migliori servizi partono dalle notizie dei cittadini ed in altri paesi sono proprio le segnalazioni giuste che portano alla riuscita di molte operazioni, è questo ciò che è mancato e che continua a mancare a partire da molti furti in appartamente, come quelli da vera e propria “banda del buco” avvenuti perfino in centro qualche settimana fa.
rnQuello che conta è riuscire a prendere il responsabile di un crimine, non rendere nota la persona che ha permesso il suo arresto. E senza una sinergia costante tra cittadini e forze dell’ordine è inutile anche lamentarsi dell’eventuale mancanza di interventi.
rnTerlizzi non è un centro criminale, ma non è certo un’oasi felice, e la locale tenenza dei Carabinieri ancora una volta richiede agli stessi terlizzesi una prova di responsabilità e di senso civico, qualità che dovrebbero essere basilari e che appartengono a molti ma purtroppo ancora non a tutti.

giovedì 12 Giugno 2008

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