“Tobia è sempre stato mio figlio, ma il tribunale di Roma mi ha riconosciuto l’adottabilità e quindi da ora in poi porterà anche il mio cognome”.
L’annuncio è di Nichi Vendola, che in una intervista esclusiva al rotocalco settimanale “Chi”, in edicola da domani mercoledì 5 dicembre, parla della sua paternità e del malore che lo ha colto alcune settimane fa, costringendolo a un ricovero in ospedale.
Ormai tre anni fa l’ex governatore pugliese scelse di avere un figlio con il suo compagno Ed Testa facendo ricorso alla tecnica della procreazione assistita in California: “Per me e il mio compagno è innanzitutto una grande gioia. Poi, certo, è anche una battaglia vinta. Le polemiche sono state frutto di ignoranza, di superficialità, di volgarità. Viviamo nell’epoca degli odiatori seriali. Che cosa diremo a Tobia quando sarà grande? In realtà lui conosce sia la donna che ci ha donato l’ovulo sia la donna che lo ha portato in grembo. Ci scambiamo foto, video e telefonate. Mio figlio saprà tutta la verità su come è venuto al mondo”, continua Vendola.
Il politico terlizzese torna anche sull’infarto che lo ha colto quasi due mesi fa: “In un soffio la morte può invadere la tua casa. Per fortuna posso raccontarlo. Da questo episodio ho imparato a darmi tempo, a non correre, a governare con più saggezza le mie emozioni. Tobia? Pensava fossi in viaggio, ma si è spaventato ugualmente e quando sono tornato a casa dall’ospedale non smetteva più di baciarmi. Ma lui è sempre stato la mia priorità a prescindere da questo”.