Politica

«I familiari di Don Pietro Pappagallo rifiutino il riconoscimento di “Giusto fra le nazioni”»

La Redazione
don pietro pappagallo
Il Fronte dei Ribelli: «Accettare significa riconoscere l'esistenza di uno stato che, dopo la seconda guerra mondiale, occupa illegalmente un territorio, uccide civili inermi e viola 73 convenzioni internazionali»
scrivi un commento 28

“Con dispiacere e rammarico inoltriamo alla famiglia di Don Pietro Pappagallo la richiesta di rifiutare il riconoscimento dello stato di Israele”.

A parlare è il centro sociale il Fronte dei Ribelli, che motiva in questo modo il suo appello ai familiari del parroco trucidato alle Fosse Ardeatine nel 1944: “Questo non perché non comprendiamo il grande valore della resistenza o il lavoro svolto da Don Pietro Pappagallo, ma perché accettare questo riconoscimento significa riconoscere l’esistenza di uno stato che, dopo la seconda guerra mondiale, occupa illegalmente un territorio, uccide civili inermi e viola 73 convenzioni internazionali, così come riconosciuto da Amnesty International”.

“Ci siamo chiesti cosa significa Resistere, se difendere le minoranze oggi, gli ultimi, gli indifesi, non significhi schierarsi con i palestinesi che vivono una occupazione militare da oltre 70 anni, senza che ci sia alcuna ripresa del processo di pace. Ci siamo chiesti cosa avrebbe fatto Don Pietro in questo caso”, prosegue la nota.

“Già un anno fa circa l’Ism – l’International Solidarity Movement (lo stesso movimento di cui faceva parte Vittorio Arrigoni) aveva protocollato una richiesta al comune di Terlizzi, chiedendo l’adesione alla campagna Bds – Boicotaggio, Disinvestimento e Sanzioni, contro i prodotti creati dalle colonie israeliane, identificati con il codice a barre che finisce con 729, dai cui proventi molto spesso si acquistano armi e munizioni usate contro i civili palestinesi. L’amministrazione comunale a guida Gemmato, con assoluto silenzio, all’epoca si è schierata con i criminali di guerra israeliani – accusa Il Fronte dei Ribelli -. Il riconoscimento, inoltre, si interseca in un momento storico in cui il senato irlandese ha deciso di aderire alla suddetta campagna di boicottaggio e le navi della Freedom Flotilla, dopo un tour nei porti del sud Italia, si preparano a partire per Gaza in un silenzio mediatico assordante, nel tentativo di rompere l’assedio della striscia e portare aiuti umanitari ad una popolazione, che secondo una relazione dell’Onu, vive in una zona divenuta invivibile e una vera e propria bomba ecologica, proprio a causa delle armi (come il fosforo bianco) usate dalle forze israeliane. Per queste ragioni e perché riteniamo che ci sia sempre qualcosa a cui bisogna resistere, poiché la resistenza non è mai finita, chiediamo al nipote di Don Pietro Pappagallo di schierarsi con i più deboli e gli oppressi”.

domenica 15 Luglio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti