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Restaurare una barca d’epoca: aspetti da conoscere

La Redazione
Restaurare una barca d'epoca: aspetti da conoscere
Le condizioni in cui si possono trovare le barche d'epoca sono molteplici, dal completo abbandono fino al relitto sommerso, passando per tutte le gradazioni di stato intermedio. Tuttavia, tutte le imbarcazioni hanno in comune la necessità di essere riportate alle condizioni perfette
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Determinare se una barca possa essere considerata d’epoca non è un compito facile. Esiste un limite di età, come ad esempio venticinque o trent’anni? E se la barca è stata modificata in modo significativo, può ancora essere considerata d’epoca? Inoltre, chi decide il grado di modifica o trasformazione che rende la barca non più d’epoca?

In realtà, il termine “barca d’epoca” è una definizione soggettiva, poiché non esiste una definizione legale o comune. Vediamo quindi tutti i fattori da tenere in considerazione quando si vuole restaurare una barca d’epoca e quando è conveniente farlo!

Definizione di barca d’epoca

Il concetto di “barche d’epoca” è interpretato in modo diverso da proprietari, cantieri, progettisti, associazioni di proprietari di barche, organizzatori di raduni e broker. In molti casi, non è chiaro quale sia la differenza tra una barca classica, una d’epoca, una tradizionale e una semplicemente vecchia.

Attualmente, ci sono due correnti di pensiero per definire una barca come “d’epoca”. Da un lato, c’è chi ritiene che basta che rimanga un solo elemento originale per considerare la barca d’epoca. D’altra parte, ci sono gli integralisti che non accettano alcuna variazione o ricostruzione, se non a scopo nominale. Non entrando nel merito della questione, si parlerà in modo generico di barche d’epoca o classiche, senza distinzioni o preclusioni.

Passione per le barche d’epoca: solo una moda?

È evidente che le barche d’epoca siano di moda, come dimostrano le numerose riviste nautiche che ne parlano, i broker che le cercano e gli appassionati che le ammirano. Anche i quotidiani e i periodici intervistano volentieri personaggi famosi che si fanno fotografare a bordo dei loro preziosi velieri, abbandonati e destinati alla demolizione, ma poi recuperati e restaurati alla perfezione.

Questo interesse è esploso solo negli ultimi anni, se si considera che fino a una decina di anni fa, i capannoni erano pieni di barche in legno che nessuno voleva più e che sembravano destinate ad una lenta agonia o alla demolizione. Ma viviamo nell’epoca del consumismo, dove la barca in vetroresina è ormai accettata, diffusa e costruita in serie, rendendola un oggetto alla portata di tutti.

E allora, come distinguersi dalle masse che hanno riempito i porti di barche di plastica così simili tra loro? L’unico modo è cercare il pezzo unico che non ha nessuno, ossia la barca in legno, anche se vecchia, malconcia o addirittura semidistrutta o rimaneggiata oltre i limiti del buon gusto. Tutto è accettabile, purché la barca sia unica e diversa dalle altre.

Utilizzi più comuni delle barche d’epoca

Tra i proprietari di barche d’epoca si possono trovare persone di ogni tipo: dallo famiglia media che vuole andare per mare, all’industriale miliardario. Ci sono anche i parvenu che vogliono ostentare il loro potere economico e i vecchi appassionati che hanno la loro barca fin dalla sua nascita e sono dei veri intenditori.

Ognuno usa la propria barca in modo differente: c’è chi la usa seriamente per navigare, chi non ci va mai e la noleggia, chi mette piede a bordo solo in occasione del varo o quando ci sono dei fotografi per l’occasione, e sempre con la poppa in banchina. C’è chi vive a bordo e fa lentamente il giro del Mediterraneo, chi naviga in America e chi resta a Portofino o a Porto Cervo tutto l’anno. Non c’è nulla che accomuni tutti questi proprietari se non il fatto di possedere una barca diversa dalle altre.

Anche le barche non hanno nulla in comune, se non l’età: si possono trovare derive e barche da regata storiche come il Dinghy 12 piedi S.I., il Dragone, il Requin o la classe U., classi metriche da regata come il 5,50 S.I., i 6 e gli 8 metri, barche della classe J, lunghe più di 30 metri, barche da lavoro a vela o a motore, motoscafi e tante altre ancora. Insomma, una flotta eterogenea e multiforme di barche in legno, in acciaio, a struttura mista legno e acciaio, a vela e a motore, di cantiere famoso o senza “pedigree”.

Acquistare una barca d’epoca: quando conviene?

Le condizioni in cui si possono trovare le barche d’epoca sono molteplici, dal completo abbandono fino al relitto sommerso, passando per tutte le gradazioni di stato intermedio. Tuttavia, tutte le imbarcazioni hanno in comune la necessità di essere riportate alle condizioni perfette. Questa esigenza porta alla questione del restauro, che può variare notevolmente a seconda delle necessità dell’imbarcazione. Infatti, si può avere la necessità di effettuare solo interventi di manutenzione ordinari oppure di tipo straordinario, come riparazione, ricostruzione o trasformazione. Purtroppo, esistono anche gli interventi deturpanti, che non vanno mai incoraggiati.

Dato che le barche d’epoca possono risalire a decenni fa, addirittura al secolo scorso, la scelta del cantiere giusto diventa cruciale. Si può optare per un piccolo cantiere artigianale, specializzato nella costruzione di barche da lavoro, che teoricamente dovrebbe essere più economico, oppure portare la barca in un cantiere più noto e costoso, specializzato nella riparazione di barche da diporto. Inoltre, ci si può chiedere se sia più conveniente rivolgersi a un cantiere di riparazione o di restauro, visto che sono molto differenti.

Restaurare una barca d’epoca: cantieri di riparazione o di restauro?

Come accennato in precedenza, esistono molte differenze tra un cantiere di riparazione e uno di restauro per quanto riguarda l’intervento su una barca classica. Infatti, sebbene un cantiere di riparazione possa intervenire su qualsiasi parte della barca, spesso non ha il rispetto necessario per le tecniche costruttive impiegate nella sua costruzione. D’altra parte, un riparatore lavora principalmente sulle barche recenti, per le quali non è richiesta sensibilità storica e rispetto della tradizione.

Al contrario, un cantiere di restauro, sebbene sia raro trovarne in Italia, ha una grande preparazione storica e culturale su ogni tipo di costruzione tradizionale. Un vero restauratore conosce i metodi costruttivi, i materiali impiegati e le caratteristiche tecniche degli scafi, delle attrezzature, delle vele e delle imbarcazioni da diporto delle epoche passate. Ma certo il prezzo, in questo caso, sarà notevolmente più alto a fronte di un lavoro eseguito a regola d’arte. Il costo elevato comunque, può essere affrontato trovando online le migliori offerte sui prestiti personali.

In Italia, esistono diverse decine di cantieri di riparazione e di costruzione, ma i cantieri in grado di intervenire profondamente su una barca storica per operazioni di restauro o ricostruzione sono molto pochi. Tra questi ricordiamo Carlini di Rimini, De Cesari di Cervia, Bertolucci di Viareggio, Morri e Parra di Viserba, Valdettarodi La Spezia, il Cantiere Navale dell’Argentario di Porto S. Stefano, Mostes di Genova Pra, Sangermani di Lavagna e Beconcini di La Spezia.

 

giovedì 8 Giugno 2023

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