Politica

Consiglio comunale Ferlive, ‘No’ compatto alla discarica

Tommaso Cataldi
Consiglio comunale di Bitonto
Consiglieri comunali, associazioni e comune di Terlizzi contrari alla proroga della Via concessa dalla Città metropolitana di Bari
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Si è consumato ieri sera il consiglio comunale monotematico in ordine alla questione “Ferlive”, la discarica di materiale ferroso che potrebbe sorgere nei pressi di Palombaio, in contrada Colaianni, convocato su richiesta di tutti i consiglieri comunali.

All’assise hanno partecipato, per esprimere il loro forte “no” alla discarica, tante associazioni quali Fare Verde, Inachis, Ambiente è vita, Associazione geometri, Legambiente, Puliamo Terlizzi, Terre Peucete, Borgo Sovereto e i Comitati di quartiere di Bitonto, oltre al sindaco di Terlizzi Ninni Gemmato, il presidente del consiglio comunale terlizzese Mario Ruggiero e il dirigente della Città metropolitana Armando Diamanti.

Il primo a prendere la parola è stato il consigliere Francesco Brandi (Città Democratica): «Il progetto riguardante la Ferlive ha ci ha indotto a sospettare perché non è inerente il piano urbanistico della nostra città, quindi inserire un impianto industriale in un contesto agricolo e di rilevanza archeologica è un atto di arroganza e di arbitrio, al quale noi diciamo un secco ‘no’. In secondo luogo, l’impianto non è supportato da importanti referenze: quale sarebbe pertanto il soggetto che vuole investire sul nostro territorio senza che sia nemmeno presentato? È un sospetto questo che forse nasconde dietro il tentativo di celare una banalissima discarica. Basta, Bitonto ha già dato! Siamo convinti che una comunità coesa sia un punto di forza e inoltre, dopo il pronunciamento del Tar in favore del comune di Bitonto, ci sarà anche quello del Consiglio di Stato ad aprile».

È intervenuta quindi nel dibattito Carmela Rossiello (Forza Italia): «È un momento importante per le scelte del nostro futuro. Dobbiamo arginare il progetto Ferlive perché si tradurrebbe in una discarica che potrà contenere due milioni di metri cubi di materiale ferroso, con lo smaltimento di 180 tonnellate annue di rifiuti: una vera bomba ecologica incompatibile col contesto circostante. Noi rappresentiamo una seria forza di opposizione all’impianto, non è possibile pensare che gli interessi di un privato vadano ad intaccare il diritto alla salute. Mi lascia esterrefatta la Città metropolitana, che ha annullato e prorogato il termine di rilascio della Via: quali motivazioni ha adottato?».

Dello stesso avviso è Gaetano Bonasia (Partito Democratico): «Stiamo parlando di un sito prettamente olivicolo, con aziende agricole con denominazioni Dop e biologiche e con un enorme rischio sulla catena alimentare: un disagio per le generazioni future. Ci sono ben quattro pozzi artesiani in zona, di proprietà del consorzio Terre d’Apulia e ci sono già stati casi di contaminazioni di percolato. Dobbiamo incentivare ad avvicinare i giovani all’agricoltura, non fare il contrario».

Franco Scauro (Psi) invece si sofferma sui rischi che un’eventuale ed ulteriore discarica porterebbe in ambito salutare: «Parlare di discariche è un eufemismo perché il territorio ne è pieno. Tutti parliamo di salute ma non ci rendiamo conto dei danni: incremento di ricoveri, malattie polmonari e neoplastiche sui giovani, allergie… Abbiamo già quattro discariche racchiuse in pochi chilometri e ci troviamo di fronte alla Regione che decide autonomamente dove allocare siti di questo genere».

Dopo le esternazioni di alcuni consiglieri, il presidente del consiglio Vito Antonio Labianca concede la parola ad Armando Diamanti, dirigente del settore ambiente della Città metropolitana di Bari: «La Via risalente al 2011 ha anche avuto parere positivo del comune di Bitonto e pertanto la proroga è un atto dovuto, anche in presenza di giudizio pendente, quindi gli effetti della proroga sono nulli. I danni sarebbero stati esorbitanti in termini di ipotetici risarcimenti, ecco il perché del nostro passo indietro».

È toccato alle varie associazioni invitate e presenti al consiglio comunale esternare le loro ragioni in merito al ‘no’ fermo alla discarica Ferlive. La più discussa è stata la dichiarazione di Giovanna De Leo, presidente di Legambiente Terlizzi, la quale punta il dito proprio contro il dirigente Diamanti perché «non si poteva chiedere la proroga ad un provvedimento scaduto. Chi dovrebbe intervenire, non interviene, anzi rimane in silenzio, rimandando alla magistrature ciò che la politica non è in grado di gestire».

E per manifestare il proprio appoggio al comune e allo stesso tempo dissenso nei confronti della discarica Ferlive è il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato: «Esprimo massima solidarietà alla comunità bitontina perché non è una questione di campanilismo ma la mobilitazione di un territorio, senza confini, al fine di difenderlo. C’è bisogno di una forte coesione tra Terlizzi e Bitonto, siamo parte peraltro dello stesso Aro e l’obiettivo è quello dei ‘rifiuti zero’, muovendosi in una sola direzione politica».

Per Dino Ciminiello (Movimento 5 Stelle), «la cava dismessa si potrebbe utilizzare come biolago o biomuseo perché c’è una legge regionale che lo permette; mancato il controllo sul territorio, che ha generato ecomafie e discariche abusive».

A questo punto, la coalizione di centrosinistra propone al presidente del consiglio una mozione da indirizzare, dopo votazione dell’intero consiglio comunale, alla Città metropolitana per la revoca d’ufficio della proroga della Via. Mozione che trova d’accordo il sindaco Michele Abbaticchio e l’intera maggioranza, ma non Carmela Rossiello che recrimina contro i colleghi di centrosinistra per non averla informata a tempo debito di questo passo. L’impasse dura qualche minuto ma alla fine si risolve con la votazione unanime dei presenti.

martedì 16 Gennaio 2018

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