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Quarant’anni dal rapimento di Aldo Moro, Gero Grassi incontra gli studenti del Polo Liceale

Francesca Balsano
Quarant'anni dal rapimento di Aldo Moro
L'ex parlamentare del Partito Democratico venerdì scorso ha presentato il suo libro sul caso Moro presso l'aula magna dell'istituto terlizzese
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Connl’intento di approfondire la vicenda del rapimento di Aldo Moro, dincui è ricorso in questi giorni il quarantennale del rapimento in VianFani a Roma, venerdì scorso, nell’Auditorium delnPolo Liceale di Terlizzi, gli studenti di tutte le classi quinte dell’istituto hanno incontrato l’Onorevole Gero Grassi, alla sua 495esimanconferenza sul caso Moro. Il dirigente scolastico, la professoressa AnnanMaria Allegretta, dopo l’indirizzo di saluto ha ringraziatonl’onorevole per l’impegno profuso nell’inchiesta e nellandiffusione dei risultati.

L’OnorevolenGrassi, ventenne all’epoca dei fatti, racconta ai ragazzi l’operatonsvolto nell’inchiesta, le notti insonni passate a leggere le oltrencinquemila pagine degli atti processuali, le minacce e le letterenintimidatorie ricevute. AldonMoro fu rapito il 16 marzo 1978 dalle brigate rosse in Via Fani. Doponcinquantacinque giorni di prigionia, il 9 maggio, il suo corpo funritrovato nel bagagliaio di una Renault 5 rossa in Via Caetani, innpieno centro capitolino; Gero Grassi definisce l’omicidio di AldonMoro “un delitto di abbandono” da parte dello Stato, che nonnseppe proteggere “l’uomo mite e buono” che avrebbe potutonmigliorare la vita del popolo italiano, uno Stato che ha preferitontutelarsi piuttosto che tutelare.

L’uditorionsi fa particolarmente attento quando l’Onorevole riporta di avernvoluto simulare all’interno di un poligono di tiro l’attentato ,nprovando sulla sua pelle la sensazione di ricevere novantatré colpinin pochi secondi; anni faticosi, dunque, quelli trascorsindall’Onorevole Grassi impegnati a ottenere una risposta allandomanda su chi e perché è stato ucciso Aldo Moro il 16 marzo 1978.

L’Onorevolenarriva alla conclusione che lo statista sia stato ucciso perchénvolle creare l’Europa dei Popoli che non c’è ancora, e vuolenrealizzare in Italia la democrazia compiuta. Grassi,nrivolgendosi ai ragazzi, afferma che “la scuola che ospita il casonMoro è una scuola coraggiosa, che trasferisce agli studenti unanstoria bruttissima unendo la speranza che questa storia non abbia anripetersi”.

“Ilncompito – incalza Grassi – di non ripetere gli errori del passatonè affidato agli studenti perché questo Paese non si salverà sennon sorgerà un nuovo senso del dovere”.

L’exnparlamentare insiste sulla centralità della scuola per un eserciziondi cittadinanza attiva, invita a considerare l’importanza delnriconoscimento del diritto d’istruzione come perno dellandemocrazia, ricorda poi come all’inizio del novecento Terlizzi engran parte del meridione aveva un tasso di alfabetizzazionenbassissimo, e solo grazie all’istruzione gratuita e obbligatorianl’Italia si è potuta risollevare dalla tragedia dei conflittinmondiali. n

L’incontronsi è quindi concluso con un sentito applauso di ringraziamento pernun momento di riflessione e di arricchimento che ha consentito ainragazzi di apprendere un fatto storico direttamente dalle fonti.

domenica 18 Marzo 2018

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