​Adenoidi e tonsille, uno strumento di difesa per i più piccoli e i più grandi

Dr. Paolo Petrone
Prevenzione e terapia medica aiutano a ridurre l'intervento chirurgico del 90% rispetto al passato
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Le adenoidi e le tonsille sono organi linfoghiandolari presenti nel cavo orale che svolgono una fondamentale funzione di difesa dell’apparato respiratorio, proteggendolo dai microrganismi presenti nell’aria.

Le adenoidi e le tonsille non lavorano nello stesso modo a tutte le età, ma svolgono la loro funzione di difesa prevalentemente nella prima fase di vita di un individuo, quando le sue difese immunitarie non sono ancora perfettamente competenti. Nelle fasi successive della vita, con lo sviluppo progressivo dell’immunocompetenza del soggetto, intervengono altri sistema di difesa immunitari per contribuire al mantenimento dello stato di salute dell’organismo.

Adenoidi e tonsille però non lavorano sempre alla perfezione e in molti casi possono divenire serbatoio per la riproduzione di microrganismi e andare incontro ad episodi infiammatori. Questi episodi possono verificarsi in modo occasionale o in maniera recidivante, sia nel soggetto in età adulta che nel soggetto in età pediatrica. Possono essere caratterizzati dalla presenza o meno di essudato purulento, a seconda di quanto sia imponente la proliferazione batterica.

Perché un bambino si ammala di più rispetto ad un altro è uno degli enigmi che spesso assillano i genitori. In questo senso è fondamentale comprendere che qualsiasi malattia infettiva è il risultato di uno squilibrio tra microbi e difese dell’ospite. Quando un bimbo nasce, il suo sistema immunitario è “vergine”. Sarà lo sviluppo successivo, l’alimentazione con il latte materno, il contatto con gli agenti ambientali e infettivi, a sviluppare una difesa immunitaria dapprima, e una “memoria immunitaria” poi, al punto da difenderlo dai successivi contatti con virus e batteri. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità va più frequentemente incontro a questi episodi infettivi un piccolo paziente nato con basso peso alla nascita, non allattato al seno, malnutrito, già con una storia di ridotte difese immunitarie o con storia di allergie in famiglia, che cresce in ambienti sociali di basso livello socio-economico o sottoposti ad inquinamento fuori e dentro casa (in particolar modo in presenza di fumo attivo o passivo). Tanti più saranno questi fattori, tanto più ridotta sarà la “memoria immunitaria” del bambino e tanti più episodi di infezioni ricorrenti a carico delle alte vie respiratorie si potranno verificare.

Una delle domande che si pone il paziente o i suoi genitori è se sia opportuno togliere le adenoidi e le tonsille a seguito di un episodio di adenoidite o di tonsillite. In realtà oggi, a differenza di quanto accadeva 30 anni fa, l’esecuzione di questo tipo di intervento chirurgico è diminuita di più del 90%, in particolar modo nel paziente in età pediatrica. Oggi i bambini si operano meno di adenoidectomia o tonsillectomia perché sono cambiate le condizioni sanitarie, le condizioni abitative, le condizioni sociali. Oggi i bambini si curano meglio, non sono più malnutriti come un tempo, i farmaci sono più evoluti e più efficaci. La terapia non si esegue più con i soli antibiotici di cui si disponeva in passato, ma è coadiuvata da lisati batterici, antiedemigeni, probiotici locali. Ad essi si aggiunge l’importante azione di prevenzione delle infezioni respiratorie ricorrenti svolta sotto la guida di pediatri sempre più preparati e più attenti alle linee guida internazionali.

L’intervento chirurgico di adeno-tonsillectomia non è scevro da possibili complicanze, come per tutti gli interventi chirurgici. Dietro le tonsille ci sono vasi sanguigni del collo molto importanti che trasportano il sangue a tutta la testa. Una lesione in questa zona (fino a 14 giorni dopo l’intervento chirurgico) può provocare emorragie severe. Per questo motivo lo specialista selezionerà per l’intervento solo quei pazienti affetti da patologia che non vanno incontro a risoluzione con terapia medica e darà consigli preziosi per il paziente a casa: non mangiare cibi a consistenza dura che possano graffiare la regione sottoposta all’intervento, prestare attenzione alle manovre di introduzione del cibo in bocca (mediante forchetta o cucchiaio), ma anche fare attenzione al semplice utilizzo dello spazzolino da denti, non dimenticando che nei primi giorni dopo l’intervento è sempre meglio alimentarsi con una dieta morbida e fredda, che diverrà successivamente tiepida nei giorni a seguire (purè, omogeneizzati, gelati, yogurt, pastina in brodo, etc.).

La comunicazione con il paziente affetto da infezioni recidivanti di adenoidi e tonsille è il miglior mezzo per affrontare questa malattia da un punto di vista medico. L’utilizzo di una adeguata terapia in fase acuta e di una adeguata prevenzione con immunomodulanti e immunostimolanti può essere di valido aiuto nella gestione del paziente prima ancora di decidere di eseguire un intervento chirurgico, sulla cui necessità resta fondamentale il consiglio del pediatra e dello specialista di fiducia.

venerdì 19 Ottobre 2018

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