​Perché mio figlio non mangia?

Dott.ssa Emma Quinto
Ci emozioniamo alle sue prime parole e ai suoi primi ragionamenti ma ci disperiamo ai sui continui "no". Un altalenarsi di emozioni e di cambiamenti, di scoperte e di paure
scrivi un commento 12

Perché mio figlio non mangia? Cosa devo fare? Eccoci qui, nella fase più bella e più critica di nostro figlio!

Ci emozioniamo alle sue prime parole e ai suoi primi ragionamenti ma ci disperiamo ai sui continui “no”. Un altalenarsi di emozioni e di cambiamenti, di scoperte e di paure.

Questa fase è normale nei bambini e, come dice il suo nome “neofobia alimentare”, li spinge a rifiutare qualsiasi nuovo alimento, a causa della diffidenza e della paura di ciò che non conoscono. Tale fase può essere più o meno marcata a seconda dei bambini! Perciò, pazienza e spirito di osservazione. Ogni bambino è diverso da un altro. Il primo strumento? Osserva tuo figlio.

Nel mio studio di psicologo clinico a Corato, ne incontro tanti di bimbi cosi. Iniziamo con il realizzare i piatti che stimolino il bambino

Per non distrarre il tuo piccolo “schizzinoso”, spegni la televisione durante i pasti ed elimina i giocattoli a portata di mano. Insegnagli a concentrarsi piuttosto sui colori, le consistenze e i sapori del pasto. «Di che colore è la carota?»Invece che proporgli un piatto colmo che può scoraggiare in anticipo i piccoli dall’appetito di un uccellino, fai in modo che i pasti siano composti da piccole porzioni di cibo e cura anche la presentazione: un piatto simpatico, un cucchiaino adatto e colorato… ed ecco che il pasto diventa subito più allegro, no?

Cambia gli schemi. Se i suoi no sono ormai una costante e i pasti sono diventati un problema. Iniziamo a giocare! Inventati qualcosa che cambi l’associazione di pensieri e gli schemi negativi, per esempio, apparecchia per terra, mangiate giocando, disegna con delle salse faccine simpatiche, fai finta che ogni pietanza abbia un nome di animale o di un super eroe…

Ricorda, prima di
iniziare un pasto, chiedere a tuo figlio dove vuole mangiare (per esempio a tavola o su un suo tavolino) fai in modo che sia lui a scegliere, a gestire la situazione. Inizialmente potrebbe mangiare poco, ma con il tempo imparerà ad associare i nuovi schemi ai pasti.

Buona fortuna!

Dottoressa Daniela Emma Quinto, psicologa a Corato www.emmaquinto.it

giovedì 28 Marzo 2019

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti