"Ancora ci chiediamo: cosa sarebbe cambiato in Italia, se le 'Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità', oggetto del ddl Zan, non avessero subito lo stop definitivo al Senato".
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Così La Corrente in una nota sottoscritta assieme a Murgia Queer e dedicata al ddl bloccato alcuni mesi fa, ormai, al Senato. "Ci siamo soffermatə a riflettere sul peso sociale e politico delle numerose manifestazioni di discriminazione, ancora oggi perpetrate". Allargando l'analisi ai paesi europei, il movimento politico menziona i casi di paesi più "virtuosi" dell'Italia in temi di diritti civili, come la Norvegia, dove la prima legge in materia è stata varata nel 1981, e la Francia (2003). Nel Regno Unito e in Svizzera l'omotransfobia è considerato "hate crime", così come in Svezia, dove chi minaccia o discrimina gli omosessuali rischia fino a quattro anni di carcere, mentre in Spagna dal 1995 sono previste sanzioni, come in molti altri paesi d'Europa.
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Lc e Murgia Queer lanciano, in proposito, un appello ai cittadini a complilare un form disponibile a questo link: "Adesso abbiamo bisogno di te e della tua testimonianza, che è importante quanto il diritto di non essere discriminatə per ragioni legate a sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità". Il questionario, anonimo, è disponibile a questo link.
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I risultati saranno discussi dal movimento terlizzese in un incontro, previsto il 13 gennaio al Chiostro delle Clarisse, con il senatore Alessandro Zan, promotore di un ddl – conclude la nota – "che avrebbe rappresentato un passo in avanti per il nostro paese".
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