La base missilistica di Murgia del Ceraso.
La rubrica

Un pezzo di guerra fredda sfuggito ai quadranti della storia: la base missilistica di Murgia del Ceraso

Felice Miscioscia per Murgia a Pedali
Sulla Murgia c'è stata la bomba atomica, non è più un mistero
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Le pedalate murgiane ci regalano sicuramente tanta bellezza, tanti paesaggi mozzafiato e tanta natura. Ma riservano anche delle sorprese, magari ai più ancora sconosciute, anche se ormai di pubblico dominio. Luoghi strani, insoliti, alle volte dimenticati e destinati all’oblio, ma segretamente protagonisti di pagine importantissime della storia contemporanea. Il racconto odierno si discosta, dunque, dalla beltà identitaria per calarsi in un ambito purtroppo ancora tristemente e maledettamente attuale e per rievocare che pedalare in piena Murgia è anche imbattersi in un pezzo di Guerra Fredda, provvidenzialmente sfuggito ai quadranti della Grande Storia.

Sulla Murgia, infatti, c’è stata la bomba atomica, non è più un mistero. Anzi, ce ne sono state una trentina per l’esattezza, dislocate sull’area vasta comprendente anche la Murgia Tarantina e quella Materana. Dieci basi missilistiche, dalla caratteristica forma triangolare, con le garitte d’avvistamento, gestite dalla 36^ Aerobrigata Interdizione Strategica, costruite in gran segreto ed operative tra il 1960 e il 1962 e, soprattutto, fornite di tre testate nucleari della tipologia Jupiter. Non entriamo in eccessivi dettagli e tecnicismi, non è mai questo il nostro intento; d’altronde la storia è facilmente reperibile con una breve ricerca. Si trattava dell’avamposto NATO nell’Europa occidentale (altre erano presenti in Turchia) da utilizzare in caso di attacco nucleare all’Unione Sovietica.

(Ne avevamo parlato diffusamente nel video documentario intitolato “Quando la guerra fredda si combatteva sulla Murgia: la storia delle basi missilistiche Jupiter”).

Quello che interessa è trasmettere impressioni e, in questo caso, l’impressione che la guerra non è mai qualcosa di lontano da noi, che non ci tange. Il nostro territorio è stato protagonista, a sua insaputa, delle schermaglie da Guerra Fredda tra USA e URSS che portarono addirittura alla Crisi di Cuba del 1962. In caso di rappresaglie atomiche, probabilmente sarebbe stato il primo ad essere bombardato e distrutto dai sovietici, che ben conoscevano l’esistenza delle basi. Una vicenda che poteva avere risvolti tragici non solo per questo, ma anche perché, si racconta, più volte si è sfiorato l’incidente nucleare a causa di fulmini che hanno colpito i missili (posti in posizione verticale sulle piattaforme di lancio, ben visibili e non protetti), attivandone il meccanismo d’innesco. Che storia… Fortunatamente, sappiamo tutti com’è andata a finire: la crisi di Cuba è rientrata e le basi sono state conseguentemente smantellate nel 1963.

Varcando con le nostre biciclette la soglia di una delle basi, quella di Murgia del Ceraso, in agro di  Bitonto, non lontano dal bellissimo Jazzo delle Pietre Tagliate, notiamo innanzitutto uno splendido panorama, che addolcisce l’aspra salita, ma, fermandoci, avvertiamo anche un silenzio surreale, sì simile al classico, desolato, silenzio murgiano, ma con un retrogusto particolare, una percezione come di “scampato pericolo”, a due passi da casa.

Ora non resta altro che ruderi di cemento, caduti nel dimenticatoio, testimonianza di qualcosa che poteva decisamente cambiare le sorti delle nostre vite… e la strana sensazione di aver calpestato lo stesso terreno su cui sessant’anni fa erano adagiate delle armi dalla potenza devastante.

domenica 28 Aprile 2024

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