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Caldo e siccità, apicoltura in difficoltà

La Redazione
Apicoltura
​Le perdite di produzione di miele in Puglia oscillano tra il 30 e il 50%, con il rischio che un prodotto di qualità nettamente inferiore importato dall'estero venga spacciato per "made in Italy"​
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Api estenuate e alveari danneggiati per lo scioglimento dei favi, a causa delle alte temperature e dalla mancanza di piogge da maggio ad oggi. Anche il comparto apistico – secondo le rilevazioni di Coldiretti Puglia – vive un momento di grande difficoltà a causa di afa e siccità.

«Gli allevatori stanno aiutando le api con alimentazione integrativa – dice Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia – perché non riescono ad approvvigionarsi autonomamente e risultano azzerate le scorte all’interno degli alveari. Ogni tre giorni gli apicoltori portano 3/400 litri di acqua nelle vasche per ricreare un clima più favorevole. L’andamento stagionale è decisamente negativo, con perdite di produzione di miele tra il 30 e il 50%, a seconda delle zone di produzione. Ciò aumenterà il rischio che miele importato dall’estero venga spacciato per “made in Italy”. Il prodotto falsamente etichettato come miele, che subisce fermentazioni, pastorizzazione, ultrafiltrazione, aggiunto a miscelazione di pollini, “taglio” con zuccheri quali quello derivato dal riso, non è comparabile sotto il profilo nutrizionale con il miele naturale e non può soddisfare le attese dei consumatori, che di contro rischiano di allontanarsi dal consumo del prodotto originale».

Si evidenzia una vera invasione di prodotto estero, che ha toccato oltre 7mila tonnellate nei primi quattro mesi del 2017, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Se il trend sarà confermato, sugli scaffali due barattoli su tre saranno stranieri. Circa 1/3 del miele importato – spiega la Coldiretti – viene dall’Ungheria, ma un flusso consistente di oltre il 10% arriva dalla Cina, paese ai vertici per insicurezza alimentare.

«Sono i numeri drammatici del mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza – denuncia direttore di Coldiretti Puglia Angelo Corsetti – spacciati per cibo di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illecitamente utilizzato il marchio made in Puglia a danno dell’imprenditoria agricola e dei consumatori. Dall’estero – e in particolare dall’Asia – viene importato miele sottocosto, come quello indiano, addirittura a un prezzo inferiore del 50% rispetto alla quotazione internazionale.

Gli alveari censiti in Puglia sono circa 19mila, con un numero di apicoltori pari a 400-450. La produzione di miele è pari a 25 -35 kg in media per alveare e si attesta sui 5.500/6.500 quintali annui, mentre quella nazionale supera i 300mila. Il mercato di sbocco del miele pugliese è quasi esclusivamente regionale. Il flusso di fornitura del prodotto estero si stima essere superiore al 40% dei consumi».

Inoltre, l’origine del miele non è specificata quando viene utilizzato come ingrediente per fare biscotti e altri dolci come il torrone, in cui la presenza di prodotto straniero non viene dichiarata in etichetta. Per questo va sostenuta in ogni modo l’efficace opera delle forze dell’ordine di contrasto ed eradicazione del fenomeno dell’agropirateria, neologismo coniato proprio da Coldiretti per descrivere una pratica criminale che si sviluppa attraverso le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti esteri che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Italy”, fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni locali.

Per questo – consiglia Coldiretti Puglia – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina e in Romania), è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale.
Le qualità del miele sono ben note fin dall’antichità: i preziosi oligoelementi, gli enzimi e le naturali sostanze battericide e antibiotiche ne giustificano ampiamente l’utilizzo come disinfettante naturale; nella stagione invernale è utile per rinforzare l’organismo, prevenendo efficacemente i malesseri di stagione.

giovedì 10 Agosto 2017

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