Il prossimo 3 giugno presso la Prefettura di Bari un nostro concittadino, Michele Memola, sarà insignito della medaglia d'onore "in memoriam" riservata ai militari italiani deportati ed internati nei lager nazisti.
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La suggestiva vicenda di Michele Memola, nato a Terlizzi nel 1916 e vissuto a Molfetta fino al 1993, è racchiusa nel volume "Il Tenentaki", pubblicato dal figlio Massimo Marino per i tipi di Editrice L’Immagine di Molfetta nel 2020. Durante la seconda guerra mondiale Michele era sottotenente di complemento nell'Artiglieria contraerei e, assegnato prima a Rodi, fu successivamente trasferito a Karpathos (allora italianizzata in Scarpanto), dove giunse il primo giugno del 1943. Nei giorni confusi che seguirono all’Armistizio dell’8 settembre, decise di darsi alla clandestinità. Per cinque mesi fu aiutato da alcuni abitanti di Mesochorio, che lo nascosero nelle loro case, in una cisterna romana e infine in una piccola stalla isolata su una baia. Nel febbraio del 1944, braccato dai tedeschi, decise di arrendersi e qualche mese dopo fu inviato nei campi di concentramento di Sandbostel e Bad Sulza in Germania. Tornò a casa nel luglio del 1945.
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"L’aiuto, che le famiglie di Karpathos diedero a mio padre, nascondendolo ai tedeschi a rischio della propria vita, è una esperienza di umanità, gratitudine e amicizia che è durata tutta la vita dei protagonisti; egli ritornerà due volte a Karpathos, nelle estati del 1968 e del 1971, accolto sempre con affetto e ospitalità dai figli di coloro che lo avevano aiutato", racconta il figlio Massimo a TerlizziLive. "Soltanto nel 2015, lessi le sue 'carte greche' ingrandendole al computer; c’erano, tra le altre, un 'Quadernetto' – scritto a matita con una minuscola e sbiadita grafia che raccontava l’arrivo nell’isola sino a pochi giorni dopo l’8 settembre del ’43 -, alcune copie delle lettere agli amici greci per ringraziarli con riconoscenza e gratitudine per averlo aiutato durante la latitanza sull’isola, e la fotocopia dell’articolo, apparso sul giornale 'Eco di Karpathos' nel febbraio del 1978, 'To Tenentaki' di Minas Georgiadis (il bambino che nel nascondiglio sulla baia gli portava, quando era possibile, qualcosa da mangiare e che ricordava quella sua lontana esperienza). Decisi di trascrivere tutte le 'carte' e farne un libro".
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Massimo si è recato per due volte nell’isola, la prima nel luglio del 2018, per incontrare Emanuel Cassotis, autore di alcuni libri su Karpathos durante la guerra, Theoharis Harokopos, figlio di un amico di Michele, che aveva raccontato in un volume quella storia, e i nipoti delle persone che, a rischio della propria vita, avevano aiutato il tenente. "Ci mostrarono i luoghi dove si erano svolti quei fatti e ci raccontarono nuovi particolari di quella storia. Alla fine di quel viaggio salutammo gli amici greci con la promessa di rivederci nell’estate del 2019 con questo libro, mentre loro avrebbero curato l’edizione greca", ricorda Massimo, che è tornato nel luglio del 2019 a Karpathos per partecipare a una giornata del ricordo assieme agli amici greci. Si è trattato di "una cerimonia religiosa in memoria dei protagonisti di quella lontana storia che ebbe come momento centrale la benedizione della kòlliva, un disco di grano bollito unito ad altri ingredienti, chiamato anche 'grano dei morti', offerto ai presenti alla fine della funzione religiosa", aggiunge Memola. "Seguirono un breve ricevimento che si concluse con il 'caffè della consolazione' e con alcune relazioni di carattere storico-rievocativo sulla guerra a Karpathos e sui protagonisti di questa storia. Una giornata che rendeva necessaria una nuova ristampa aggiornata di questo libro, quella del gennaio 2020".
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